La recensione dello scrittore Simone Andreozzi.

Ferro Sette. Un Elemento ed un Numero.
Ferro Sette, dicono, è un romanzo di fantascienza. E già questo non è del tutto vero, non almeno nel senso "moderno" del termine. Inoltre al "grande pubblico" questo sembra sempre una circoscrizione di ambito, un solco che il genere traccia intorno all'opera, ponendo quasi un limite, e Ferro Sette non ha di questi problemi.
Ferro Sette quindi non è un bellissimo romanzo di fantascienza. È semplicemente un bellissimo romanzo storico, ambientato nel futuro. Quello che è la parte fantascientifica, con cui il lettore deve comunque cimentarsi, è in realtà l'implicazione necessaria, ma che comunque trascende la potenza del romanzo.

Il Protagonista è Tobruk Ramarren, ex Miliziano, ora cacciatore di taglie. Si trova su di un pianeta di un sistema ai limiti della galassia ed ha il compito di capire cosa sta succendendo in una miniera. Qui si imbatte nel suo ex-commilitone ed amico, Hobbes, che è a capo della miniera e che sta in effetti lavorando ad un cambiamento. I cambiamenti cambiano le persone, ma non Tobruk, che si vede rivelata una involuzione che porterà ad una rivoluzione per arrivare ad una evoluzione. Eppure pagina dopo pagina dovrà rinnovare le sue scelte, rimanendo in un certo senso sempre fedele a se stesso, combattente nato: continui colpi di scena, cambi di prospettiva, lo porteranno a capire che la potenza di ogni resistenza è basata sulla certezza di ogni esistenza, quella di Hobbes, quella dei minatori, quella degli umani ed anche la sua, che troverà buona ragione solo alla fine del romanzo stesso.

Difficilmente ci si stacca da storie del genere: Ferro Sette è una vera e propria matrioska narrativa e la cosa eccellente è che il lettore continua sempre a scoprire che la bambolina che vede non è mai l'ultima, perché ci sono popoli da ricordare, mondi da tenere a mente, personaggi che ritornano quando pensava fossero spariti.
Non sappiamo se ed in quale misura arriverà al "grande pubblico", ma glielo auguriamo di cuore, perché ci sono casi in cui non è il "grande pubblico" a fare lo scrittore, è un grande scrittore che crea un pubblico "grande". E questo è il caso di Francesco Troccoli, che esordisce nel mondo della narrativa "col botto", con un romanzo che vale tanto oro quanto pesa e che merita un dieci e lode, per l'appunto, Un Elemento ed un Numero.
A dire il vero una critica si deve e si può muovere al romanzo: il carattere con cui è scritto è da ritenersi decisamente troppo piccolo.

Simone Andreozzi

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